
Negli ultimi anni, chi si reca in concessionaria con l’idea di acquistare un’auto nuova viene spesso colto di sorpresa. Prezzi saliti alle stelle, liste d’attesa interminabili, ma soprattutto un dettaglio sempre più evidente: le dotazioni di serie sono drasticamente ridotte.
Specchietti regolabili elettricamente, sensori di parcheggio, fari automatici o semplicemente il climatizzatore: tutto ciò che prima era incluso di default, oggi è sparito dai listini “base”. Le case automobilistiche sembrano aver intrapreso una strada ben precisa: semplificare i modelli entry-level per mostrare un prezzo d’attacco più basso, salvo poi recuperare (e spesso superare) i margini con pacchetti di optional obbligatori o “consigliati”.
Questa dinamica non riguarda solo marchi premium: sta colpendo l’intero mercato, dalla Dacia alla Volkswagen, dalla Fiat alla Toyota. Ma cosa c’è dietro questa scelta? E quali sono i rischi per chi acquista?
Per capire quanto sia cambiato il mercato, basta guardare un confronto tra un modello del 2015 e il suo equivalente del 2025.
Ecco una tabella esemplificativa basata su due tra le citycar più vendute in Italia: Fiat Panda e Volkswagen Polo.
Modello | Versione base 2015 | Versione base 2025 |
---|---|---|
Fiat Panda | Climatizzatore, radio, vetri elettrici, chiusura centralizzata | Nessun clima, radio base, vetri manuali posteriori |
Volkswagen Polo | Climatizzatore, Bluetooth, cerchi in lega, fendinebbia | Clima manuale a pagamento, cerchi in acciaio, nessun sistema infotainment |
In entrambi i casi il prezzo di listino è aumentato del 20-30%, ma le dotazioni si sono ridotte. Questo squilibrio è solo apparente: la realtà è che gli optional vengono ora “spacchettati” per generare margini aggiuntivi.
Ecco alcuni esempi di accessori che oggi non trovi più inclusi nemmeno su auto da oltre 20.000 euro:
Le case spingono per la vendita di pacchetti predefiniti, come “City”, “Comfort”, “Style” o “Pack Tech”, che impongono l’acquisto di optional a blocchi, anche se all’utente interessa solo un singolo accessorio.
Dietro la crescente “nudità” delle versioni base non c’è solo il caso: si tratta di una precisa strategia industriale e commerciale. Con l’esplosione dei costi produttivi (materie prime, trasporti, componenti elettroniche), le case hanno capito che il margine non si fa più sull’auto in sé, ma sugli optional.
Mostrare un prezzo di listino competitivo, ad esempio 16.900 euro per una berlina compatta, serve ad attirare l’attenzione, anche se quella cifra corrisponde a un’auto quasi inutilizzabile: senza clima, senza infotainment, senza comfort. Il venditore è pronto a “risolvere” la questione proponendo un pacchetto di accessori dal valore aggiunto di 2.000-4.000 euro. Risultato? Il cliente paga una cifra simile o superiore a quella che avrebbe speso in passato… ma convinto di avere un “plus”.
Questa dinamica ricorda quella del low cost aereo: biglietto a 9,99 euro, ma ogni servizio ha un costo aggiuntivo. E le auto, ormai, seguono lo stesso schema.
Dacia è stata per anni il simbolo della semplicità senza fronzoli. Ma anche questo marchio ha adottato il modello a pacchetti. Una Dacia Sandero in versione base oggi non ha nemmeno la radio, e per avere climatizzatore e display servono pacchetti “Essential” o “Comfort”.
Il paradosso? I modelli Dacia più venduti sono quelli accessoriati. E infatti, pur mantenendo un prezzo di listino basso, il prezzo reale pagato dai clienti sale ampiamente sopra i 18.000 euro, superando addirittura alcune compatte concorrenti.
Un altro aspetto spesso sottovalutato è il valore residuo dell’auto acquistata con pochi optional. Quando arriverà il momento di rivenderla, una versione “base” sarà molto meno appetibile rispetto a una ben accessoriata.
Nel 2025 i privati e i commercianti valutano sempre più attentamente elementi come:
Auto prive di questi elementi vengono scartate subito nelle ricerche online, e ricevono offerte molto inferiori.
Esempio reale: una Fiat 500 Hybrid base può valere fino a 2.000 euro in meno sul mercato dell’usato rispetto alla Lounge con pacchetto Comfort e Tech.
Nel 2025 ci sono modelli emblematici che, nelle loro versioni entry-level, sembrano incomplete:
Modello | Prezzo d’attacco | Dotazioni escluse (base) |
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Fiat Panda 1.0 Hybrid | 15.500 € | Clima, infotainment, sedili regolabili in altezza |
Renault Clio Equilibre | 18.300 € | Cruise, fari full LED, schermo centrale 7″ |
Citroën C3 YOU! | 16.700 € | Bluetooth, retrovisori elettrici, vernice metal |
Peugeot 208 Like | 18.000 € | Clima automatico, sensori parcheggio, cerchi in lega |
Dacia Duster Essential | 17.900 € | Radio, clima automatico, vetri elettrici posteriori |
Chi acquista queste versioni deve inevitabilmente aggiungere pacchetti (da 1.000 a 4.000 euro), altrimenti si ritrova con un’auto datata appena uscita dalla fabbrica.
Ci sono almeno cinque motivi principali dietro questa tendenza:
Chi vuole acquistare un’auto nuova nel 2025 deve muoversi con attenzione. Ecco i nostri consigli per non cadere nella trappola degli optional fantasma:
Nel 2025 comprare un’auto è più complesso di quanto sembri. Non basta leggere un prezzo su un volantino per sapere davvero cosa si sta portando a casa. Le versioni base sono spesso una finta occasione, create per apparire economiche ma prive delle dotazioni essenziali.
Il nostro consiglio? Non lasciarti ingannare da slogan come “a partire da”, ma analizza voce per voce tutto ciò che ti serve davvero. Solo così potrai evitare fregature… e goderti davvero la tua nuova auto.
Amministratore di RuoteMagiche.it ed editore di questo blog in qualità di appassionato di automobili.