
Nel 2025 il mercato dell’auto in Italia è diventato il palcoscenico perfetto per i grandi successi… e i clamorosi fallimenti. Alcuni modelli sono stati annunciati in pompa magna, con campagne pubblicitarie milionarie e promesse da rivoluzione. Poi, il nulla. Nemmeno un avvistamento per strada. Queste auto sono rimaste nei piazzali dei concessionari, ignorate dal pubblico e dimenticate dai media.
Ma perché alcune auto falliscono miseramente? Le cause sono molteplici: prezzi insostenibili, design fuori moda, elettrificazione prematura, reti di vendita deboli e, spesso, una totale disconnessione dalle esigenze reali degli italiani. In questa lista mettiamo in fila, con spirito critico e un pizzico di ironia, le 20 auto che nessuno ha voluto comprare nel 2025.
Posizione | Modello | Vendite 2024 | Prezzo base (€) | Commento critico |
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1 | Jaguar XF | 12 | 74.600 | Una volta simbolo di eleganza, oggi fuori tempo massimo e troppo costosa. |
2 | Volvo S90 | 16 | 57.900 | Confort e sicurezza non bastano a giustificare un design datato. |
3 | KGM Rexton | 23 | 53.500 | Grande SUV coreano, ma in Italia non se lo fila nessuno. |
4 | DR 7.0 PHEV | 25 | 41.900 | Ibrido cinese-italiano: prezzo alto, marchio poco conosciuto. |
5 | Jaguar XE | 29 | 55.000 (circa) | La berlina “premium” che non convince né i premium né gli altri. |
6 | Volvo S60 | 38 | 53.000 | Sorella minore della S90, stesso destino. |
7 | DS 9 | 38 | 69.000 | Elegante, sì, ma fuori dal radar di chi compra. |
8 | Lexus ES | 40 | 63.500 | L’affidabilità giapponese non basta senza un design coinvolgente. |
9 | Mitsubishi Eclipse Cross | 45 | 48.200 | Non è un SUV, non è una coupé. E infatti non vende. |
10 | Sportequipe 5 | 65 | 33.900 | Brand sconosciuto e posizionamento incerto. |
11 | BMW Serie 8 Coupé | 56 | Oltre 100.000 | Un gioiello… da museo. Impossibile da vedere su strada. |
12 | Citroën Spacetourer | 57 | 38.000 (circa) | Veicolo commerciale travestito da multispazio. Chi lo vuole? |
13 | Volvo V90 Cross Country | 65 | 62.000 | Elegante station wagon, fuori dal tempo in un mondo di SUV. |
14 | Land Rover Discovery | 63 | 85.000 (circa) | Troppo ingombrante, troppo cara. Troppo, in generale. |
15 | BMW iX3 | 72 | 70.000 (circa) | Elettrico poco convincente, oscurato dalla concorrenza. |
16 | Hyundai Ioniq 6 | 90 | 48.000 | Ottima auto, ma l’estetica da astronave non convince il pubblico italiano. |
17 | Smart #1 | 544 | 39.000 | La rivoluzione Smart… non è mai partita. |
18 | Smart #3 | 297 | 40.000 | Versione più sportiva, ma ancora più di nicchia. |
19 | Smart Fortwo EQ | 1.516 | 27.000 | Il mito Smart si spegne nell’era elettrica: vendite in crollo. |
20 | Opel Astra Elettrica | 19 | 37.000 | Tenta di sfidare la Golf, ma si brucia sul prezzo. |
Jaguar XF l’auto meno venduta in Italia
Oggi anche una compatta sfiora i 30.000 euro. I modelli in classifica partono quasi tutti da 40.000 euro in su. Ma in Italia lo stipendio medio netto è sotto i 1.600 euro. Il risultato? L’auto nuova resta un sogno proibito.
Molti modelli flop sono elettrici o plug-in: Smart, Astra, DS 9… Peccato che tra colonnine insufficienti e autonomie non sempre all’altezza, gli italiani restano diffidenti.
KGM, Sportequipe, DR, Polestar: alcuni brand non offrono la capillarità necessaria per rassicurare l’acquirente. E questo frena le vendite.
Berline classiche, station wagon, furgonati: oggi i gusti sono cambiati. Se non sei SUV o crossover, sei fuori. Punto.
Nel mezzo di questo scenario poco incoraggiante per molti marchi europei, si staglia un’ombra sempre più concreta: la concorrenza cinese. Marchi come BYD, MG, Aiways, Chery e tanti altri stanno invadendo l’Europa con una strategia ben precisa: prezzi aggressivi, dotazioni ricche e design sempre più curato. Il rapporto qualità-prezzo delle auto cinesi è difficile da ignorare, specie per un cliente italiano che cerca il massimo al minor costo possibile.
La forza delle case automobilistiche cinesi non è solo nel prezzo: coprono praticamente ogni segmento, dalle citycar elettriche ai grandi SUV, passando per crossover compatti e berline. Il tutto con soluzioni tecnologiche avanzate, schermi giganteschi, autonomia competitiva e una comunicazione moderna, spesso social-oriented.
Questa classifica dimostra una cosa semplice: non basta costruire un’auto buona, bisogna costruire l’auto giusta. Il mercato italiano oggi chiede modelli compatti, efficienti, accessibili. Le case invece insistono con auto futuristiche, costose o pensate per mercati diversi.
Risultato? Flop clamorosi. Showroom pieni e strade vuote. Se l’industria vuole davvero cambiare rotta, deve tornare a parlare con le persone, non con i bilanci.
Amministratore di RuoteMagiche.it ed editore di questo blog in qualità di appassionato di automobili.