Il bollo auto sta per subire una radicale trasformazione a partire dal 1° gennaio 2026. La misura, attualmente allo studio nei tavoli tecnici del Ministero dell’Economia e delle Finanze, punta a semplificare la riscossione, eliminare disparità tra Regioni e contrastare l’evasione, ma solleva anche dubbi e critiche da associazioni di consumatori e automobilisti.
Pagamento unico legato all’immatricolazione: come funziona
Il primo punto cardine della riforma è l’introduzione di un pagamento in un’unica soluzione al momento della prima immatricolazione. In pratica, chi acquisterà un’auto nuova pagherà anticipatamente l’intero bollo per la durata prevista, ad esempio 5 anni o fino al cambio di intestatario.
Attualmente, il bollo auto è un tributo regionale annuale calcolato in base alla potenza (kW) e alla classe ambientale, con la possibilità di versarlo:
in un’unica soluzione annuale;
in rate semestrali o trimestrali (in alcune Regioni come Lombardia ed Emilia-Romagna).
Con la nuova normativa spariranno le rateizzazioni, creando un sistema più simile al bollo unico europeo già sperimentato in Germania e Francia.
Addio esenzioni per fermo amministrativo
Un’altra novità riguarda le esenzioni per fermo amministrativo: attualmente, se un’auto è sottoposta a fermo per pignoramento o altre motivazioni, l’obbligo di pagamento viene sospeso. Con la riforma, l’esenzione verrebbe eliminata, rendendo il bollo dovuto indipendentemente dall’utilizzo.
Cosa cambia
Situazione attuale
Dal 2026
Modalità di pagamento
Annuale, rate semestrali o trimestrali possibili
Unica soluzione all’immatricolazione
Esenzione fermo amministrativo
Non si paga se il veicolo è in fermo
Pagamento dovuto comunque
Uniformità regionale
Importo e modalità diverse per Regione
Uniformità nazionale
Finalità dichiarata
Gestione tributaria regionale
Maggior efficienza e riduzione evasione
Vantaggi della riforma
Semplificazione burocratica: una sola operazione alla prima immatricolazione elimina i promemoria annuali e le relative more.
Maggiori entrate immediate per lo Stato e le Regioni, utili per finanziare infrastrutture o mobilità sostenibile.
Uniformità su tutto il territorio nazionale, superando le differenze regionali che spesso generano confusione e iniquità.
Criticità e dubbi: cosa dicono gli esperti
Non mancano però critiche da parte di associazioni consumatori e studi di settore, che evidenziano:
Maggiore onere economico immediato per chi acquista un’auto nuova, soprattutto per le famiglie a basso reddito che dovranno versare migliaia di euro in un’unica soluzione.
Penalizzazione del mercato dell’usato recente, se l’importo residuo non sarà rimborsabile o trasferibile integralmente al nuovo proprietario.
Rischio di disparità tra veicoli più vecchi e nuovi: chi possiede già un’auto continuerà a pagare il bollo annualmente, mentre chi compra un’auto nuova dovrà anticipare anni di tasse.
Bollo Auto: una tassa giusta o iniqua?
Dal punto di vista fiscale, la riforma punta a ridurre l’evasione, stimata in alcune Regioni al 20-30% del totale. Tuttavia, la logica anticipatoria rappresenta un costo aggiuntivo per l’automobilista, in un momento in cui il settore auto vive una transizione complessa verso l’elettrico, con prezzi medi in aumento.
Inoltre, l’eliminazione dell’esenzione per fermo amministrativo genera perplessità giuridiche: pagare una tassa di circolazione per un veicolo impossibilitato a circolare contraddice il principio di correlazione tra tassa e servizio, come evidenziato da vari esperti di diritto tributario.
Possibili sviluppi e tempistiche
La misura è inserita nelle ipotesi di riforma del Codice della Strada e della fiscalità automobilistica, attesa entro fine legislatura (2026). Entro il 2025 il Parlamento dovrà approvare il testo definitivo, mentre l’applicazione concreta potrebbe slittare al 2027, considerando i necessari adeguamenti informatici e i possibili ricorsi.
La voce degli automobilisti: tra preoccupazioni e rassegnazione
Molti automobilisti esprimono preoccupazione per l’ennesima batosta fiscale, soprattutto chi utilizza l’auto per lavoro o vive in zone sprovviste di trasporti pubblici. Altri, invece, accolgono positivamente l’idea di un pagamento unico, purché l’importo sia proporzionato e con la possibilità di trasferire la quota residua in caso di vendita dell’auto.
Uno sguardo europeo: come funziona altrove
In Germania il Kfz-Steuer (bollo auto) si paga annualmente ma è calcolato anche in base alle emissioni di CO2, incentivando il ricambio verso veicoli meno inquinanti. In Francia la Carte Grise è pagata una tantum all’immatricolazione, mentre il bollo annuale esiste solo per auto di lusso o di potenza elevata.
L’Italia, quindi, si allineerebbe al modello francese, con il rischio di generare un ulteriore ostacolo al rinnovo del parco auto nazionale, già tra i più vecchi d’Europa.
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